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From Emergency to Smart

E' il momento di passare al vero smart working

Smart Working. C’è chi lo stava già sperimentando, chi si stava preparando e chi da anni faceva resistenza ad adottarlo tenendo nei cassetti proposte e piani. Poi è arrivato  lui, il Covid 19, e tutti siamo stati costretti a cambiare improvvisamente e istantaneamente il nostro modo di lavorare.

Cambiamento facile? No, quasi per nessuno.

Esperienza interessante? Sì, per tutti.

Perché il trovarsi a vivere fuori dalla zona di confort, ci ha fatto, e ci fa stare, in un mare di occasioni di apprendimento. L’importante ora è non affogare. Perché il rischio c’è e lo dobbiamo considerare. 

All’inizio della pandemia lo chiamavamo Smart Working, poi con il passare delle settimana le parole hanno ripreso il loro senso, e così siamo passati a chiamarlo Home Working, ed ora finalmente gli stiamo dando il nome più appropriato per la maggioranza delle situazioni: Emergency Working.

E non solo perché lavorare da casa, lavorare chiusi in casa, lavorare con tutta la famiglia in casa, ha poco di smart e molto di emergency. La questione è che lo smart working presuppone ben altro che il lavorare da casa. Si tratta infatti come da definizione classica di eseguire il lavoro senza vincoli orari o spaziali, di avere una organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro per combinare sinergicamente il work life balance e la produttività.

E per ora, ammettiamolo, la maggioranza delle aziende sono ben lontane da tutto questo.

Il primo step che tutte hanno già fatto è stato quello di adeguare la parte tecnologica con massima attenzione all’aspetto della sicurezza dei dati, ora però, considerato il protrarsi indefinito della situazione, per non soccombere alle criticità che stanno emergendo, è indispensabile che tutte le aziende vadano oltre, facendo i passi necessari al passaggio dall’emergency al vero smart working.

Come?

Favorendo e stimolando davvero nuove modalità organizzative del lavoro, ed avviando percorsi formativi centrati sul rafforzamento dei due elementi indispensabili nelle relazioni a distanza: tecnologie e fiducia.

Iniziamo dalla tecnologia.

E’ vero che negli ultimi mesi trovandoci tutti a desiderare rimanere in contatto con i nostri affetti lontani in molti abbiamo osato rompere barriere di imbarazzo e ritrosia nelle video chiamate, arrivando a rendere un classico gli aperitivi in zoom, o persino ai pranzi di famiglia via FaceTime.  Ma questa parziale riduzione del classico gap generazionale nell’utilizzo delle tecnologie deve essere accompagnato, e ce ne rendiamo tutti conto quotidianamente, da un incremento della conoscenza delle possibilità offerte dagli strumenti e dall’allenamento nel loro utilizzo professionale. Se i dati precovid parlavano di un terzo di personale formato all’utilizzo dei nuovi strumenti, è evidente che oggi la situazione è peggiorata.

E che dire della fiducia?

E’ l’elemento chiave per rendere possibile anche l’utilizzo delle tecnologie. Ma quante aziende si stanno davvero attivando per misurarla, migliorarla o crearla? E non si tratta di lanciare survey sul clima aziendale. In questo momento è urgente creare occasioni di approfondimento, confronto e sperimentazione sia per i manager che per i loro collaboratori, per condividere in contesti protetti i temi caldi connessi alle relazioni a distanza.

Si tratta di esplorare insieme l’importanza  di costruire intenzionalmente la Fiducia Intelligente,  scoprendo la Leadership 4.0,  passando per il classico estratto conto del Emotional Bank Account di Covey, per rafforzare una corretta ed equilibrata gestione del tempo, fino ad arrivare all’importanza di gestire consapevolmente il proprio karma digitale.

Quello che serve ora è fermarsi e fare il punto con ogni collaboratore, con ogni manager. Solo così, insieme, si potrà davvero uscire da questa emergenza,  che ormai inizia a pesare sia sul benessere che sulla produttività di tutti noi, per passare finalmente allo smart working con buona pace di tutti.

Testi di riferimento se ne trovano molti,  ma l’esperienza di un’aula virtuale favorisce l’allenamento in diretta e la condivisione contestuale ed arricchente.

Per un corso o un percorso disegnato per la tua realtà scrivimi, sarà un piacere crearlo insieme.

samantha.marcelli@sharealwaysmore.it